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Giuseppe Biasi

Primo piano di Giuseppe Biasi
Anno di nascita: 
1855
Anno di morte: 
1945

 

Fu un pittore, illustratore e incisore di primissimo piano nel panorama artistico italiano ed europeo del XX° secolo, nonché il personaggio di maggior spicco della cultura figurativa sarda dell'inizio Novecento.
Nel 1909, il suo straordinario acquerello “Processione nella Barbagia di Fonni” venne selezionato alla Biennale di Venezia. Nel 1913 prese parte alla prima Mostra della Secessione romana, la corrente artistica cui aderirà nel 1914, anno in cui si presentò anche alla Biennale di Venezia. Nel 1916 si trasferì a Milano, dove seguì i gruppi artistici più raffinati, ottenendo un positivo consenso.
Nel 1923, a Bellagio, lavorò alla creazione dell’apparato decorativo del bar dell’Hotel Villa Serbelloni, di proprietà del suo amico Arturo Bucher. L’ambiente venne abbellito con un ciclo di grandi tele ispirate al tema dell’amore, adottando per queste opere colori molto luminosi nelle cromie del giallo e del bianco.
Seguì un lungo periodo dove il pittore si venne a trovare in serie difficoltà finanziarie, il che comporterà anche una crisi creativa. Per questo nel 1924 si recò in Nord Africa dove restò fino al 1927, viaggiando attraverso l’Egitto, la Tripolitania e la Cirenaica, dedicandosi all’osservazione della cultura primitiva e interessandosi all’arte africana, alla leggende tribali, alle tradizioni indiane, ed anche alla corrente Primitivismo, a Matisse e a Modigliani. La consapevolezza maturata nel Nord Africa lo portò a sviluppare un linguaggio espressivo scarno ed essenziale, adottando ampie stesure di colore asciutto e magro.
Al suo ritorno in Italia, nel 1928, venne accolto piuttosto freddamente alla Biennale, dove mise in mostra due grandi nudi fortemente ornamentali: “Serenità” e “La teletta”.
All’artista Josefina Racca e il Barone Gaspare Arborio Mella di Sant’Elia – provenienti da Sassari, città natale di Biasi - commissionarono la realizzazione del ciclo decorativo della loro residenza di Viareggio: nel 1930 Biasi dipinse le tele “Matrimonio persiano”, “Suonatrici” e i tre pannelli raffiguranti paesaggi esotici nella Sala degli Stucchi di Villa Argentina e nel 1940 concluse la decorazione degli ambienti con il “Ritratto di famiglia” e le altre immagini di donne sulle porte della galleria.